Chakra Ipogastrico

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INTRODUZIONE

I libri di medicina orientale non indicano in maniera univoca la posizione di questo chakra in quanto alcuni testi riportano che è situato al centro dell’ombelico, altri lo pongono in un punto distante dai 4 ai 7 centimetri in basso rispetto all’ombelico.

Chakra Ipogastrico
Chakra Ipogastrico

Considerando che questa discrepanza è alquanto strana, visto che ormai la medicina orientale viene studiata e praticata da più di cinquemila anni, e che questo chakra è l’unico che si può bloccare per due conflitti ben distinti tra loro, a me viene il forte sospetto che nella zona dell’ombelico sono situati due distinti centri energetici vicini: il centro del sesso ed il centro dell’intestino; ovviamente ognuno di loro si blocca per uno specifico conflitto.

Se la mia tesi sarà confermata i chakra principali del corpo umano passano da sette a otto.

Io attualmente sto indagando per scoprire con precisione quale dei due punti energetici identifica il centro sessuale e dove è posizionato il centro dell’intestino.

Se qualche lettore farà altrettanto, giungendo alla fine alle mie stesse conclusioni, le nostre ricerche potranno dare un valido contributo alla verità.

Nel frattempo, nei test kinesiologici continuo a verificare lo stato energetico del chakra ipogastrico facendo posizionare contemporaneamente il pollice nell’ombelico e il palmo aperto della mano sulla zona sottostante. In questo modo sono sicuro che la persona tocchi il chakra, ovunque esso sia posizionato.

I conflitti che causano il blocco del chakra ipogastrico sono di due tipi: conflitti di natura sessuale e conflitti che attengono alla realizzazione personale.


CONFLITTO SESSUALE

Gli organi che non vengono riforniti di energia a causa di questo conflitto sono: l’utero, la vagina, il pene, la prostata, i testicoli e le ovaie, i reni e l’uretra.

Giacché gli uomini e le donne vivono il sesso in modo differente anche i conflitti di natura sessuale sono vissuti da entrambi con dinamiche psicologiche diverse. Generalmente una donna raggiunge l’orgasmo quando prova verso il partner emozioni positive: amore, affetto, passione, attrazione. L’uomo, invece, per eiaculare non ha bisogno di sentirsi coinvolto emozionalmente.

Questa differenza potrebbe avere origine dal fatto che, secondo gli antichi testi di Tantra, durante il rapporto sessuale uomo e donna si scambiano reciprocamente la loro energia: l’uomo dà la propria energia alla partner attraverso il pene con le penetrazione vaginale, e la donna dà la sua energia al partner con il cuore quando il suo petto gli tocca il torace.

Forse è per questo che comunemente si dice che l’uomo, nel suo modo di ragionare e agire, è influenzato dal sesso e la donna dalle emozioni.

Sul piano spirituale l’uomo, per evolvere, deve acquisire energia femminile imparando ad aprire il suo cuore “vivendo” le emozioni, e la donna deve acquisire l’energia maschile che le manca imparando ad integrare i sentimenti con la razionalità e la logica.

Allo stato evolutivo attuale la maggioranza delle donne non “vedono” la realtà perché il loro giudizio è influenzato dai sentimenti che provano, il loro modo di pensare è: “il mio uomo dice le bugie solo agli altri, ha un carattere violento ed è aggressivo con i genitori  e gli amici, ma con me è buono e sincero”.

Ecco una verità assoluta: una persona si comporta secondo la sua natura, e quando non lo fa vuol dire che finge per assecondare uno scopo. Questo vuol dire, cara donna, che se il tuo compagno dice le bugie agli altri, obbligatoriamente le dice anche a te; se è violento con gli altri, una volta raggiunto il suo scopo, lo sarà anche con te. L’uomo approfitta del fatto che la donna non sa percepire la verità e, per conquistarla, finge di essere innamorato. Il suo scopo è quello di possedere fisicamente e talvolta anche mentalmente l’inconsapevole preda femminile.

Quanti uomini hanno provato invidia per i cosiddetti play boys che hanno avuto rapporti sessuali con tante belle donne?

L’uomo ha impresso nel suo DNA l’istinto di andare a caccia di donne per fecondarle, e tanto più ne “cattura” tanto più si sente “macho”.

Un tempo per invogliare i soldati a sfidare la morte, per conquistare un paese nemico, i generali promettevano come ricompensa la possibilità di stuprare tutte le donne che vi abitavano. E voi uomini di oggi siete proprio sicuri che nella vostra memoria cellulare non siano ancora registrati questi ricordi di vite passate? Non avete mai sognato una scena erotica in cui praticavate un rapporto sessuale assoggettando la vostra partner con violenza fisica o psicologica?

Sino a pochi secoli fa l’uomo praticava il sesso solo per soddisfare le proprie voglie, in maniera egoistica, e non si preoccupava di far godere la donna. Oggi, con l’emancipazione femminile, l’uomo sa di dover dare piacere alla donna, e per questo si sente psicologicamente sotto esame. L’ansia della prestazione è una delle cause principali dell’impotenza e quando essa è troppo difficile da gestire qualcuno preferisce avere solo un ruolo passivo e diventa omosessuale.

Alcune religioni ed antiche filosofie sostengono che il sesso può essere un mezzo per avvicinarsi a Dio oppure un mezzo per attivare una forza distruttiva. Il sesso crea energia positiva e negativa.

Se il rapporto sessuale è vissuto come un atto d’amore dove ognuno dei partners ha lo scopo predominante di dare piacere all’altro si crea un’energia benefica per il corpo, la mente e lo spirito. Quando nell’uomo prevale l’istinto egoistico, che è tipico dell’animale che si accoppia per sfogo o per procreare, allora si crea un’energia distruttiva che genera sofferenza e malattia.

Che la maggioranza degli uomini sia condizionata dal sesso in maniera negativa lo dimostrano le statistiche mediche: il tumore che causa più decessi nella popolazione maschile è quello che si sviluppa nella prostata. Il conflitto che dà origine a questa malattia mortale è relativo alla sofferenza psicologica causata dalla impossibilità di fare sesso. La persona che ha il tumore alla prostata ha pensieri del tipo: “non ho più stimolo a vivere perché non posso più avere rapporti sessuali, verso la mia compagna mi sento menomato per colpa dei

miei problemi sessuali, non riesco più a sopportare la sofferenza che mi deriva dal non fare sesso”.

Per questi uomini il godimento sessuale è al primo posto tra i piaceri della vita, e taluni credono anche che se non si pratica sesso per molto tempo si possono generare malattie ai testicoli. Tutto ciò è assolutamente falso!

L’organismo maschile consuma energia vitale per produrre sperma, perciò più l’uomo eiacula più accorcia la sua vita. E’ per questo motivo che la filosofia Tantrica e quella Gnostica insegnano tecniche erotiche che l’uomo può utilizzare per provare un piacere simile a quello dell’orgasmo senza tuttavia avere l’eiaculazione.

La maggior parte degli uomini rifiuta categoricamente di provare queste tecniche, perché è convinta che il piacere sessuale sia finalizzato all’orgasmo e che un rapporto sessuale senza orgasmo arrechi un malessere psicologico e fisico. Non nascondo che anch’io, come loro, avevo dei dubbi sulla mia capacità di avere rapporti sessuali con la mia compagna senza raggiungere l’orgasmo.

Visto, però, che il mio motto è: “Tutto quello che possono fare gli altri posso farlo anch’io, e meglio di loro”, ho deciso di sperimentare questa tecnica Tantrica / Gnostica.

Dopo le prime volte non facevo più fatica a trattenermi dall’eiaculare. Non avendo il calo energetico dovuto all’orgasmo fisicamente mi sentivo sempre pronto a fare sesso e riuscivo anche a farlo in continuazione per tre / quattro ore. Il fatto che non godevo fisicamente non mi causava problemi in quanto avevo sostituito il piacere dell’orgasmo, che dura pochi secondi, con un piacere psicologico molto intenso, che durava tutto il tempo del rapporto sessuale. Naturalmente la mia compagna beneficiava delle mie super prestazioni provando anche lei maggiore godimento e ciò mi faceva sentire molto maschio.

Perché non provate anche voi?

Nelle librerie si trovano testi specifici che illustrano queste tecniche.

A differenza degli animali che fanno sesso seguendo un istinto naturale l’uomo e la donna nel rapporto sessuale possono darsi

piacere reciproco. Chi vuole vivere il sesso con più altruismo, senza tuttavia rinunciare al proprio orgasmo fisico, può trovare in commercio tantissimi libri che insegnano come aumentare il piacere sessuale.

Dopo avere spiegato le dinamiche psicologiche sessuali alla  persona con il tumore alla prostata, e dopo avergli fornito esempi sulle opportunità che egli ha di godersi la vita senza il godimento sessuale, per costringerlo a reagire positivamente alla malattia, concludo il colloquio con espressioni abbastanza dure del tipo: «Se preferisci far prevalere l’istinto animale, soffrendo per mancanza di sesso, morirai di tumore alla prostata. Se invece prendi coscienza di te stesso e migliori l’autostima, crei il processo di auto-guarigione, sconfiggi definitivamente il cancro e godrai di tante cose belle che la vita ti offre. La tua malattia è solo un segnale che ti indica che hai una percezione sbagliata del sesso. Se rinunci a operare il cambiamento psicologico che porta all’auto-guarigione, pensando che la tua morte prematura risolva qualcosa, ti sbagli perché non avendo superata questa lezione la dovrai ripetere nella prossima vita. Stessa sofferenza, stessa malattia, stessa morte».

Nella donna le malattie all’utero e alla vagina si sviluppano quando lei, inconsciamente, mette in atto un processo patologico che impedisce la penetrazione vaginale. Ciò succede quando la donna vive il sesso con sofferenza psicologica perché è costretta a farlo per una violenza fisica, o per ricatto, o per far sopravvivere il rapporto con il partner.

Quando vive una di queste situazioni la donna pensa più o meno così: gli uomini sono animali, e come tali non possono reprimere i loro istinti sessuali.

Generalmente questa donna è frigida, e talvolta per appagare psicologicamente il partner finge di raggiungere l’orgasmo.

Se una donna vive il rapporto sessuale con molta sofferenza interiore nel suo utero cresce un corpo estraneo (es. fibroma, cisti) utile per impedire la penetrazione; se la sofferenza è lieve, simile a quella che si prova quando ogni tanto si ha un rapporto sessuale completo senza averne voglia, nella vagina si sviluppa una malattia infettiva non pericolosa (es. candida).

La guarigione definitiva da queste patologie avviene quando i rapporti sessuali avvengono solo quando è la donna a desiderarlo.

In genere la frigidità è causata dall’aver subito abusi sessuali o ricatti psicologici in età adolescenziale. Ad esempio, una ragazzina innamorata, ancora vergine, che non si sente ancora pronta ad avere rapporti sessuali, si concede al suo ragazzo per soddisfare le sue voglie, pur di non essere lasciata.

Qualche volta la malattia è causata da una sofferenza mai sfogata derivante da un episodio traumatico che la donna ora non ricorda più. In questo caso la pratica del lavaggio energetico (metodo di Nader Butto), eseguita da un bravo operatore, permette alla donna di rivivere l’evento riprovando le emozioni dolorose di quel momento e permette altresì di scaricare tutta l’energia della rabbia repressa attraverso la vibrazione spontanea delle sue gambe.

Conoscere la causa scatenante delle patologie psichiche come la frigidità e gli attacchi di panico è importante ai fini della guarigione. Qualcuno sostiene che basta prendere coscienza del problema ed all’80% il conflitto si risolve spontaneamente.

Questo concetto può essere esatto solo per la guarigione da attacchi di panico. Chi è frigida perché ha subito una violenza fisica o psicologica ha bisogno dell’aiuto di un valido terapeuta che, per facilitare un certa empatia, è meglio sia donna.

E’ poi fondamentale il contributo positivo del partner. Ricordo al lettore quanto ho già scritto in proposito: una donna che ha subito abusi sessuali in tenera età pensa che l’uomo è simile a un animale, che agisce solo per soddisfare i propri istinti sessuali. Ovviamente se il partner pratica l’atto sessuale in maniera egoistica il conflitto non può essere risolto perché la donna continua a subire la stessa  violenza sessuale, ora non più fisica ma psicologica.

Per creare il processo di autoguarigione è molto importante che la donna perdoni gli abusi sessuali subiti, è molto importante che la donna cambi opinione sugli uomini, è assolutamente importante che smetta di fare sesso quando esso non è finalizzato al suo piacere personale.

Questa è una verità assoluta: fai sesso solo quando sei tu a volerlo, solo quando hai piacere a farlo.

Qualsiasi cosa venga fatto con gioia eleva l’anima a Dio, perciò se nel rapporto sessuale si adoperano modi un po’ violenti che piacciono ad entrambi i partner non si violano le leggi divine. Se, invece, un partner impone all’altro qualcosa che a questi non piace entrambi sbagliano: il primo perché usa mezzi coercitivi, chi subisce sbaglia perché per salvaguardare l’autostima ha il dovere  di ribellarsi.

Prima di concludere l’argomentazione sui conflitti sessuali, voglio segnalare al lettore che vi sono casi rari dove la malattia che si sviluppa nella zona dell’utero è provocata dalla sofferenza della donna che desidera fare sesso ma è impossibilitata a farlo.

La dinamica è la stessa: la sofferenza provocata da un conflitto di natura sessuale crea sempre una malattia che si sviluppa nell’apparato genitale; fanno eccezione soltanto le ovaie e i testicoli in quanto il loro stato energetico ottimale viene compromesso da un altro conflitto: perdita di un figlio.

ESEMPIO GUARIGIONE: IL TUMORE ALL’ UTERO

Un giorno venne a trovarmi Valeria, una ragazza di trent’anni che avevo conosciuto un anno prima in un seminario di riflessologia plantare. Quando la conobbi rimasi subito affascinato dai suoi occhi molto belli e dal suo viso estremamente sensuale. Questa ragazza avrebbe potuto competere con le fotomodelle famose se non fosse stata obesa nei fianchi e nelle gambe e per questo motivo le avevo dato dei suggerimenti per dimagrire. Ora nel rivederla ancora più grassoccia di prima rimasi un po’ deluso dal fatto che lei non aveva messo in pratica i miei consigli. Valeria conosceva le mie tesi sulla medicina della nuova era perciò quando le fu diagnosticato un tumore maligno al collo dell’utero volle sentire il mio parere prima  di sottoporsi ad un intervento chirurgico per asportare la massa cancerogena e ai successivi trattamenti di chemio.

Tramite il test muscolare kinesiologico verificai che effettivamente lei aveva bloccati i due chakra (corona e ipogastrico) che causavano la sua malattia degenerativa. Sempre con il suddetto test accertai che Valeria all’età di sedici anni aveva subito una violenza sessuale e che al momento stava facendo sesso senza provare nessun piacere. Mi risultò anche che la sua obesità non era causata dall’alimentazione ma dal fatto che lei, avendo paura di soffrire nel vivere un amore, inconsciamente usava il suo corpo “non attraente” per tenere alla larga gli uomini. Quando le dissi ciò che avevo riscontrato Valeria scoppiò in un pianto” liberatorio” e infine, visto che ero al corrente  di quello che le era capitato, trovò la forza per raccontarmi l’episodio dello stupro subito: all’età di sedici anni, ancora vergine, era andata a casa di uno studente universitario per svolgere delle lezioni di matematica. Questi, approfittando del fatto che erano soli, la prese con la forza e la violentò. In seguito Valeria aveva raccontato della violenza subita solo ai due fidanzati con i quali era stata successivamente. Entrambi i rapporti sentimentali erano finiti perché i fidanzati la giudicavano troppo fredda nel fare sesso (per colpa del trauma subito lei era diventata frigida). Queste due esperienze amorose le avevano lasciato il segno perché ora era convinta che nessun uomo avrebbe voluto formare una famiglia con lei. Valeria proseguì la confessione raccontandomi che da un anno accompagnava un dirigente aziendale nelle riunioni che egli teneva in Italia e che si concedeva sessualmente a questa persona, per altro sposata, per appagare le sue voglie maschili.

Ascoltando questa storia appariva evidente che Valeria, convinta che nessuno uomo l’avrebbe accettata come moglie per la sua frigidità e facendo sesso senza desiderio, aveva perso lo stimolo a vivere ed inconsciamente aveva innescato una malattia mortale nel collo dell’utero.

Spiegai a Valeria del rapporto esistente tra il conflitto che stava vivendo e la malattia degenerativa in corso e la informai sui tanti casi da me documentati dove le persone erano guarite definitivamente da malattie mortali operando gli opportuni cambiamenti psicologici. Ho poi trascorso con lei più di due ore per cercare di invogliarla a reagire alla sua malattia dandole la speranza di un suo futuro splendido (le argomentazioni che ho utilizzato sono quelle descritte nel capitolo del chakra della corona).

Nella tarda mattinata del giorno dopo Valeria irruppe nella mia abitazione e mi comunicò in modo entusiasmante che dopo aver trascorso parte della notte a pensare alle mie parole si era lasciata prendere dal sonno solo dopo aver deciso di reagire in maniera positiva. Al di là del fatto che il giorno precedente lei mi era apparsa spenta dentro mentre in quel momento i suoi occhi esprimevano una forte vitalità, le ho fatto di nuovo il test muscolare kinesiologico per avere la conferma di ciò che sosteneva: effettivamente il chakra della corona non era più bloccato. Questa nuova situazione già implicava che la sua malattia non era più mortale. Ora per guarire definitivamente bisognava sbloccare il chakra ipogastrico. Dopo essermi congratulato con lei le dissi che prima di fare le nuove radiografie necessarie per il suo intervento chirurgico, fissate dopo tre giorni, dovevamo lavorare insieme per risolvere il suo conflitto sessuale; aggiunsi che i risultati del lavoro interiore svolto li avrebbe riscontrati attraverso l’esito delle radiografie.

Perché mi aspettavo dei risultati positivi in così poco tempo? Sin allora la mia esperienza mi indicava che i giovani hanno una capacità molto reattiva nel modificare i loro pensieri negativi, al contrario, invece, degli anziani che sono molto più ancorati ai loro atteggiamenti mentali sbagliati e che pur di non cambiare preferiscono affidare la loro vita ad interventi chirurgici e farmaci “miracolosi”. Quante volte ho sentito frasi del genere: “E’ troppo tardi per cambiare carattere. Ormai sono fatto così. Non ho la forza necessaria per modificare il mio atteggiamento nella vita”.

Valeria è venuta a trovarmi due giorni di seguito per apprendere le dinamiche psicologiche che portano alla risoluzione del conflitto sessuale: perdonare l’evento della violenza subita e riacquistare fiducia negli uomini (solo alcuni uomini praticano il sesso spinti unicamente dal loro istinto “animale”).

La sera del secondo giorno le feci il test e constatai che il chakra ipogastrico non era più bloccato e constatai anche che quando Valeria poneva il palmo della mano sulla zona malata non aveva più un calo energetico muscolare.

La mattina dopo, subito dopo aver fatto le radiografie in ospedale, lei venne da me per farmi vedere i risultati delle analisi. Aveva il viso colmo di gioia, prima mi abbracciò calorosamente, poi lesse il referto medico: regressione spontanea del tumore. Valeria aggiunse che i dottori erano rimasti molto sorpresi perché era la prima volta che loro constatavano la scomparsa di un tumore maligno al collo dell’utero.

Sei mesi dopo camminando per strada casualmente mi incrociai con Valeria. Come mi vide corse da me abbracciandomi. Ricordo che rimasi dapprima perplesso perché non avevo riconosciuto subito chi mi stava salutando così affettuosamente: Valeria era dimagrita in maniera vistosa ed era diventata una donna bellissima. In un bar dove ci fermammo a prendere un caffè mi raccontò che da due mesi era fidanzata con un giovane commercialista; mi disse che questa persona era dolcissima e che il loro rapporto sentimentale era stupendo ed, infine, mi confidò di non essere più frigida. Era successo tutto quello che precedentemente le avevo predetto. Sono un mago? NO! Applicando le leggi spirituali, che reputo assolutamente perfette, so che quando una persona elimina i propri pensieri negativi cambia in meglio la propria vita.

IL PENSIERO CREA LA REALTÀ. Tutto quello che ci succede è determinato dal nostro modo di pensare. Nello specifico: fin quando Valeria pensava che tutti gli uomini sono uguali agli animali che fanno sesso per sfogo avrebbe incontrato nella sua vita solo uomini sessualmente egoisti. Quando ha cambiato in positivo il pensiero sugli uomini obbligatoriamente ha incontrato un uomo dolce che sa amare.

Come mai Valeria è dimagrita? Nel momento che lei ha acquisito fiducia negli uomini ed ha smesso di pensare che tutte le relazioni sentimentali sono causa di sofferenza non aveva più bisogno di usare la sua obesità per tenere lontano i maschi da lei. E’ sempre il pensiero che determinando e modificando i geni del corpo umano crea la malattia e la guarigione (pochi anni fa lo hanno dimostrato

alcuni scienziati di fisica quantistica) ed è il pensiero che determina  il metabolismo del corpo umano così come è successo nel caso di Valeria.

Solo quando religione e scienza concordano sulle identiche tesi sostengono una verità assoluta. Io non sono un indovino quando predico gli avvenimenti che succederanno a chi opera un cambiamento positivo del proprio pensiero. Osservando le leggi perfette e quella di effetto-causa e ne traggo le conclusioni.

Nessun evento succede per caso. E’ il nostro pensiero che li determina. Pensieri positivi creano una realtà positiva, pensieri negativi attraggono disgrazie.

La felicità e la gioia di vivere dipendono unicamente dal nostro modo di pensare. La sofferenza e la malattia sono solo segnali che dobbiamo cambiare modo di pensare. Nessun essere umano è predestinato a soffrire per tutta la vita!

IL TUMORE AI TESTICOLI E ALLE OVAIE

Il tumore alle ovaie e ai testicoli è determinato dalla sofferenza provocata dalla morte di un figlio. La persona che ha uno di questi tumori ha pensieri del tipo: “Non riesco a vivere senza mio figlio, egli era la ragione della mia vita, il dolore della perdita è troppo grande da sopportare”.

Come ho già scritto precedentemente una delle prime persone che ha verificato il rapporto conflitto-malattia è stato il Dott. R.G. Hamer. Circa un anno dopo la morte del figlio Dirk, il dott. Hamer era stato ricoverato in ospedale perché aveva un tumore al testicolo destro. Egli, parlando con gli altri pazienti che avevano la stessa malattia, constatò che anche essi avevano recentemente perso un figlio. Incuriosito da questa singolare coincidenza, indagò su ben 38.000 casi di persone che avevano la stessa patologia verificando che tutti loro avevano sofferto la morte di un figlio. Hamer decise quindi di studiare il collegamento esistente tra uno specifico conflitto e l’insorgere di una malattia in un punto determinato del corpo umano.

Il desiderio di diffondere la sua medicina nel mondo ha rappresentato per Hamer un forte stimolo per vivere, ciò gli ha permesso di superare il dolore per la morte del figlio Dirk e di guarire dal tumore ai testicoli.

Salvo rare eccezioni, tutti i genitori soffrono per la perdita di un figlio, ma il tumore agli organi riproduttivi si sviluppa solo in coloro che non trovano la forza di reagire al lutto.

Ricordo che quando alcuni anni fa in Italia una violenta scossa di terremoto fece crollare una scuola seppellendo una ventina di bambini, un telegiornale mandò in onda l’intervista a una signora che aveva perso un figlio in un precedente terremoto. Nel video la signora esortava tutti i genitori colpiti dal lutto a superare il loro dolore trovando una ragione per vivere. Lei poneva il suo esempio: ha fondato un’associazione di volontari che si propone di aiutare psicologicamente i genitori che hanno subito questa disgrazia.

Questa signora attirò la mia attenzione perché aveva un aspetto molto sereno e uno sguardo che esprimeva una forte gioia di vivere,  e ho notato che quando parlava trasmetteva una bella energia positiva.

Sapendo che nulla succede per caso e che anche le prove più difficili da superare hanno la finalità di imparare a gioire della vita, ricordo di aver pensato che la signora senza la disgrazia che le era capitata probabilmente avrebbe condotto una vita piatta con rare emozioni positive. Ora invece aveva trovato uno scopo superiore nella vita e aveva trovato la felicità. Suo figlio, morto prematuramente, era venuto al mondo unicamente per dare questo insegnamento alla madre.

Quando Gesù dice di abbandonare la famiglia e di seguirlo ci dice che dobbiamo eliminare le dipendenze affettive che abbiamo con i nostri famigliari perché ogni tipo di dipendenza esterna  costituisce un ostacolo nel percorso evolutivo che porta alla felicità; se essa dipende dalle persone a me care, allora avrò pochi momenti di gioia  e tanti momenti di sofferenza, se la trovo in me stesso, nessuno me la può togliere.

Il tumore ai testicoli o alle ovaie è legato anche alla sofferenza per un aborto che ha impedito la nascita di un figlio che si desiderava molto (l’aborto indica sempre la perdita di un figlio).

Quest’anno mi è capitato un caso che non ricalcava la modalità tumore alle ovaie = conflitto per la perdita di un figlio, visto che una signora anziana aveva questa patologia e non aveva avuto figli e non aveva mai abortito.

Incuriosito, ho studiato attentamente quale tipo di sofferenza determinava la sua malattia. Alle fine la signora ha ammesso che soffriva molto del fatto che non aveva un figlio a cui lasciare la sua eredità.

La dinamica è la stessa: sofferenza per un figlio morto, o abortito, o mai avuto.


CONFLITTO DI REALIZZAZIONE ED INCAPACITÀ DI PERDONARE

Avendo dei dubbi sul punto preciso dove è situato il chakra ipogastrico, nel test kinesiologico faccio porre alla persona un pollice nell’ombelico e il palmo aperto sull’area sottostante. Quando rilevo che la persona, con questo gesto, fa registrare sul braccio opposto una perdita di forza muscolare, ho la certezza che questo chakra è bloccato.

Siccome questo punto energetico si blocca per vari tipi di conflitti, chiedo se il blocco è causato da un conflitto di natura sessuale o da un conflitto attinente alla realizzazione personale o un evento che non si riesce a perdonare.

La persona vedrà diminuire la propria forza muscolare quando si menziona il conflitto preciso che sta vivendo.

Il conflitto che toglie energia nell’area dell’intestino è legata alla realizzazione e al perdono.

Esempi: una persona che ha un tumore nel tratto dell’intestino soffre perché non può realizzare ciò che più desidera nella vita e per questo motivo manca lo stimolo per vivere. Una persona che ha un tumore al colon non riesce a perdonare un evento che le ha tolto la gioia di vivere.

Consultando molti ammalati con patologie che interessavano l’intestino ho rilevato che le cause delle loro sofferenze erano procurate da svariati fattori: chiusura forzata o inagibilità della loro azienda, crollo o incendio della proprietà, furto o smarrimento di denaro, speculazioni sbagliate o pignoramenti, un genitore o un’autorità che impedisce di fare quello che si desidera, una falsa accusa, una detenzione o quant’altro crea la perdita di denaro, del lavoro o della dignità personale.

Qualunque fosse il motivo della sofferenza, di fatto la persona non riesce a perdonare ciò che gli è capitato. All’inizio del conflitto la persona ha problemi di stitichezza. Nella letteratura è scritto che una persona che non perdona psicologicamente trattiene l’evento e fisicamente trattiene il cibo che mangia; si dice anche che la persona non ha digerito quell’evento e ora non digerisce i pasti; oppure si usa dire che la persona ha ingoiato un boccone amaro che non riesce a mandare giù.

Per la risoluzione di questo tipo di conflitto è sempre necessario perdonare ciò che causa la sofferenza, quindi la parola chiave è il perdono.

Le leggi cosmiche dicono che tutto ciò che ci capita non avviene per caso, ma è finalizzato alla nostra crescita evolutiva ed al nostro benessere psicofisico.

Ogni ostacolo che si incontra, tutto ciò che produce stress e rabbia, ci indica che non si sta percorrendo la strada giusta: quella che porta alla felicità.

Ogni problema ha obbligatoriamente una soluzione e quando la troviamo apprendiamo un insegnamento utile per perfezionarci, per diventare più saggi, per trovare il vero senso della vita.

Superare gli ostacoli, eliminare i conflitti, vuol dire operare un cambiamento interiore che ci fa essere più maturi, più perspicaci a cogliere le nuove opportunità che la vita ci porterà, affinché possiamo svolgere un’attività consona al nostro benessere psicofisico.

Nei testi sacri è scritto che quando si chiude una porta è solo perché se ne aprirà una più grande. Il caso non esiste: tutto quello che ci capita di negativo è finalizzato a permetterci di trovare la vera strada che porta alla gioia di vivere. Gli eventi che ci fanno soffrire accadono unicamente per stimolarci ad operare i cambiamenti necessari per la nostra evoluzione spirituale. Possiamo accrescere la nostra autostima mettendo in pratica gli insegnamenti di un maestro spirituale o di un insegnante di P.N.L. ma le lezioni teoriche non hanno la stessa valenza della pratica dell’esperienza personale.

Esempio: quando ad un bimbo viene detto di non toccare il fuoco perché ustiona la pelle può capitargli di distrarsi e di scottarsi. Quando ciò accade il dolore che ne consegue gli ricorderà quanto il fuoco sia pericoloso e certamente non si distrarrà più. In pratica sperimentando personalmente la sofferenza si apprende meglio come evitarla. Ovviamente parlo della sofferenza che incontriamo sul percorso della nostra vita. Quelli che se la procurano autonomamente flagellando il loro corpo pensando di arrivare a DIO sono degli imbecilli perché ignorano che tutti i testi sacri di ogni religione dicono che bisogna rispettare e trattare il proprio corpo come un tempio di DIO.

La sofferenza (e la malattia) avviene per ricordarci che non stiamo mettendo in pratica la Legge Cosmica: più ti ami più sei felice. Ricordate che nel Vangelo di Tommaso GESU’ dice: “Sono venuto sulla terra unicamente per insegnarvi la gioia di vivere!”  Analizzando ogni evento che ci causa dolore si evince sempre che esso è attinente ad un fattore esterno a noi; facciamo dipendere la nostra felicità dal possedere denaro, cose o potere, dal ricevere amore o gratificazioni, dal giudizio degli altri, dai luoghi dove trascorriamo il nostro tempo, dalle persone care, dal sesso e dagli eventi del passato che non siamo capaci di perdonare.

Chi non fa dipendere la propria felicità da fattori esterni obbligatoriamente godrà di ottima salute!

La persona che ha il tumore nel tratto intestinale soffre perché non può realizzare un desiderio che considera vitale e muore senza sapere quale prospettive rosea gli avrebbe riservato il futuro se avesse sperimentato un nuovo percorso.

La stragrande maggioranza delle persone non sa che il problema che incontra viene per indicare che non si sta svolgendo un’attività consona al proprio benessere interiore. Queste persone preferiscono un lavoro che li gratifica economicamente, senza preoccuparsi della quantità di stress che esso apporta. Il loro motto è: con il denaro compro la felicità.

Chi la pensa così sbaglia di grosso, in quanto è sicuro al 100% che il denaro accumulato in questo modo gli servirà solo per coprire le spese mediche necessarie per curare le malattie causate dallo stress.

Ricordo che le ricerche universitarie attestano che lo stress accorcia la vita ed è causa del 90% delle malattie, mentre la gioia aumenta fortemente le difese del sistema immunitario.

Questo vuol dire che chi fa un’attività o un lavoro con passione e serenità allunga la propria vita.

Il segnale che si tratti del lavoro giusto per la persona lo dà il trascorrere del tempo: se il tempo passa velocemente vuol dire che la persona svolge l’attività con gioia. Se il tempo sembra trascorrere con lentezza e si aspetta con ansia la fine della giornata lavorativa vuol dire che ciò che si fa produce stress. In questo caso è opportuno, per tutelare la propria salute, cercare un’altra attività.

Oltre a privilegiare l’aspetto venale le persone scelgono il proprio lavoro anche in base allo status sociale che esso comporta. Così, per esempio, tra scegliere un lavoro da artigiano o uno da impiegato di banca, tutti scelgono il secondo. Eppure io non ho ancora conosciuto una persona che lavora in banca che non sia stressato (forse la loro tensione deriva dal fatto che chi sbaglia i conti deve rimborsare personalmente gli ammanchi). Conosco, invece, tanti artigiani che impiegando la loro creatività nel costruire oggetti si sentono molto gratificati quando ultimano il loro lavoro. Non vi siete sentiti colmi di gioia anche voi quando avete creato, costruito, modellato o riparato qualcosa utilizzando il vostro ingegno o talento? Non è  forse vero che, mentre eravate impegnati a svolgere questo lavoro il tempo è trascorso rapidamente?

Quanti sono i giovani che ambiscono a diventare avvocati? Tantissimi! Ad essi non importa che le statistiche riportano che oltre il 50% degli avvocati ha problemi di depressione.

Oltre il 30% dei giovani è senza lavoro eppure molte aziende cercano disperatamente artigiani e persone disposte a fare lavori “umili” offrendo stipendi più alti rispetto a quelli previsti per gli impiegati statali. Ma i giovani preferiscono restare disoccupati piuttosto che fare un lavoro che reputano dequalificante!

Essi danno importanza all’apparenza, alla loro immagine, e sono disposti a tutto pur di conseguire un ruolo di “prestigio”.

Io ho compassione per tutti coloro che inseguono questi falsi valori perché lo stress che accumuleranno causerà obbligatoriamente gravi conseguenze al loro stato di salute.

Alla luce di queste considerazioni se a te viene meno un’opportunità realizzativa valuta con attenzione quanto stress comportava quello che ti proponevi di fare. Nulla succede per caso e DIO predispone sempre quanto è di meglio per il tuo percorso evolutivo affinché tu possa gioire in questa vita. Invece di affliggerti per la porta che si è chiusa sii fiducioso perché presto davanti a te si aprirà un portone!

Inevitabilmente ti si offrirà l’opportunità di svolgere un lavoro più attinente al tuo benessere psico-fisico perché evidenzierà il tuo talento. Non scartarlo solo perché apparentemente non offre buoni guadagni. Ricorda: ciò che si fa con passione viene sempre ricompensato nel tempo anche con il benessere economico.

Esempio di conflitto di realizzazione e tumore all’intestino.

Mio fratello Osvaldo, gestore di una nota discoteca salernitana, nel 1990 è stato protagonista di una vicenda giudiziaria che ha destato molto clamore in Italia. Egli è stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio premeditato avendo causato la morte di un suo dipendente sassofonista. Il Pubblico Ministero che ha sostenuto l’accusa in tribunale, per non perdere un processo così  importante per la sua carriera, ha fatto risultare che l’azione delittuosa è avvenuta presso la discoteca e non, come in realtà era successo in un’altra provincia (per legge il processo si deve celebrare nella giurisdizione dove sono successi i fatti). Poi il P.M. ha imputato Osvaldo per omicidio premeditato nonostante mio fratello  fosse privo di armi nella colluttazione avuta con il sassofonista, colluttazione che ha causato la sua morte accidentale (qualsiasi persona di buon senso pensa che chi va ad un appuntamento con lo scopo di ammazzare obbligatoriamente porterà con se un’arma). Infine il P.M. senza avere elementi probatori ha imputato me ed i miei genitori per occultamento MORALE di cadavere ma, poi, nella sua arringa finale, al cospetto di prove evidenti di innocenza, egli stesso ha chiesto l’assoluzione mia e dei miei genitori.

Forse è la prima volta che accade che un P.M. prima incolpa una persona e poi lui stesso ne chiede l’assoluzione. Che figura…Per quelle imputazioni io ho rassegnato le dimissioni da: Presidente del Sindacato Italiano Locali da Ballo (SILB) della provincia di Salerno, dirigente nazionale di questo sindacato, vicepresidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) di Salerno e, per ultimo, ho rassegnato le dimissioni anche da membro della Commissione Provinciale di Vigilanza (CPV) di Salerno. Per informazione gli altri membri erano il Questore, il Prefetto, il comandante dei vigili del fuoco, il medico provinciale e il capo del Genio Civile. Una volta assolto nessuno ha chiesto di reintegrarmi nei ruoli che coprivo. Il danno chi me lo rimborsa? Io almeno sono sopravvissuto alla vicenda. Mia madre è morta “di crepacuore” durante il processo. Mio padre è deceduto per infarto 4 anni dopo e mio fratello è morto per un tumore all’intestino quando ancora non aveva finito di scontare la sua pena detentiva.

Ho riportato in breve tutta la storia perché nella stessa vicenda  sono compresi due esempi relativi al blocco del chakra ombelicale:

  • il conflitto che aveva determinato in mio fratello lo sviluppo del tumore all’intestino;
  • la tecnica che ho utilizzato per perdonare la persona che più odiavo al mondo: il suddetto M.

Primo esempio: mio fratello Osvaldo aveva finito di scontare la pena di omicidio ma purtroppo era costretto a rimanere ancora in carcere per un’ulteriore condanna di tre anni per calunnia. Nella motivazioni della sentenza di condanna per omicidio era scritto che Osvaldo era incapace di intendere e di volere solo nella sua prima fase detentiva; eppure mio fratello è stato condannato ad altri tre anni di carcere per calunnia a pubblico ufficiale per dichiarazioni rese nei primi giorni dopo il suo arresto (lo stesso tribunale che asserisce che in quel periodo egli non ragionava lucidamente ora smentisce se stesso dando valore alle sue dichiarazioni) GIUSTIZIA ASSURDA!

Pagare delle pene ingiuste era stato per mio fratello Osvaldo motivo di grande sofferenza. Il protrarsi della detenzione gli aveva anche creato una situazione economica disastrosa: prima aveva perso la sua discoteca per morosità del fitto mensile, poi il suo gruppo brasiliano formato da 40 ballerine si era disgregato ed ora l’albergo di proprietà era chiuso perché mancavano i soldi per ristrutturarlo. Quando mio fratello si è sentito male è stato trasferito dal carcere in ospedale pubblico. Qui gli hanno diagnosticato un tumore all’intestino in fase molto avanzata con la previsione di massimo tre mesi di vita. Sulla base di questa prognosi infausta Osvaldo è stato dichiarato incompatibile con la vita carceraria e rilasciato in libertà. Sapendo delle sue condizioni di salute gli ho proposto di fare dei trattamenti energetici a casa mia e di fare una particolare alimentazione prima di iniziare i cicli di chemioterapia che erano stati prefissati dopo quindici giorni. Osvaldo ha eseguito tutto ciò che gli proponevo (vedi capitolo “come guarire dal cancro”) e trascorsa una settimana ha dichiarato che in tutta la sua vita non si era mai sentito così bene in salute. Tutte le persone che lo incontravano vedendolo in una forma fisica perfetta erano convinti che la storia del suo tumore fosse un falso espediente per uscire di galera. Poi, purtroppo, mio fratello ha deciso di fare solo i trattamenti di chemioterapia; come ha iniziato questa cura in breve tempo il suo stato di salute è peggiorato così tanto che riusciva a stento a camminare. Nell’arco di un mese solo due volte è stato a casa mia per prendere il centrifugato energetico che gli preparavo e per trascorrere 30 minuti sotto la piramide. Seppure facevo notare a Osvaldo che dopo essere stato sotto la piramide egli camminava con passi più veloci ed ampi, segnale di un vistoso aumento di energia nelle gambe, non ha voluto continuare con le mie terapie vibrazionali. Durante la sua ultima permanenza a casa mia ho detto a mio fratello di aver identificato quale era il conflitto che causava la sua malattia: la più grande sofferenza che pativa e che gli toglieva lo stimolo a vivere derivava dalla sua impossibilità economica di ristrutturare l’albergo. Non appena ho terminato di pronunciare queste parole Osvaldo è scoppiato a piangere e, con un filo di voce, ha affermato: «Hai indovinato tutto».

Era la prima volta che ho visto mio fratello piangere. L’ho esortato a reagire dicendogli che la sua vita non doveva dipendere dal desiderio di realizzare un grande albergo e gli ho fatto notare che la sua vera passione era curare le piante; infatti quando mio fratello potava gli alberi del giardino dimenticava qualsiasi impegno; inoltre non avvertiva l’esigenza di fumare e di mangiare. Era talmente immerso in questo lavoro che non si accorgeva che trascorreva l’intera giornata nel giardino. Gli ho suggerito di lasciare perdere l’attività di albergatore e di creare un vivaio di piante perché così potesse esprimere il suo vero talento; infine gli ho detto: «Con la passione e la gioia che hai quando pratichi il giardinaggio facendo questo mestiere campi cent’ anni». Se Osvaldo avesse seguito il mio consiglio avrebbe sconfitto la sua malattia, avrebbe avuto successo con la sua nuova attività, avrebbe vissuto sino a tarda età in benessere. Invece egli mi ha risposto: «Mi dispiace, la mia vita è nell’albergo e non ci posso fare niente». Dopo meno di un mese mio fratello è morto; aveva cinquanta anni.

Successivamente, per sopravvivere economicamente, i suoi figli hanno venduto l’albergo di famiglia; se l’avesse fatto lui … ora sarebbe ancora in vita.

Secondo Esempio: IL PERDONO

Come avete appena letto nel prologo della vicenda giudiziaria che ha coinvolto la mia famiglia io odiavo “a morte” il Pubblico Ministero. Il suo comportamento “scellerato”, finalizzato alla notorietà ed alla sua carriera di magistrato, ha distrutto un’intera famiglia. A seguito delle sue accuse infamanti, rivelatesi infondate giacché egli stesso ha poi chiesto l’assoluzione, “casualmente” mia madre è morta, causa sofferenza, durante la fase del processo; poco tempo dopo è morto mio padre ed io ho perso le importanti cariche sindacali che detenevo all’epoca dei fatti. Anche l’unico fratello che avevo è deceduto a causa delle conseguenze economiche che sono derivate dall’ingiusto protrarsi della sua pena detentiva.

Per me non esisteva al mondo nessun essere umano malvagio quanto lui. Come potevo non odiarlo con  tutte  le  mie  forze?  (Penso che anche la maggioranza di voi lettori ha come motto: “Guai a chi fa del male alla mia famiglia”).

Quando anni dopo ho deciso di intraprendere un percorso spirituale ho letto che per migliorare se stessi era necessario anche perdonare i propri acerrimi nemici. Subito ho pensato che il mio lavoro evolutivo si doveva per forza interrompere qui in quanto reputavo impossibile eliminare il rancore che nutrivo verso questo P.M.

Per mia fortuna, per sentirmi con la coscienza a posto, prima di rinunciare al mio cammino spirituale, ho deciso di fare un tentativo. Un libro sul perdono indicava una tecnica: visualizzare di incrociare il proprio più acerrimo nemico e di rimanere assolutamente indifferenti.

A dir la verità, prima, ogni volta che avevo pensato a questo magistrato mi ero sempre visto nell’atto di sputargli in faccia  (scusate l’espressione volgare ma io, in quel periodo della mia vita, provavo realmente una rabbia fortissima contro questo individuo e visualizzavo davvero questo brutto gesto).

Incredibilmente come ho eseguito la tecnica un profondo senso di pace ha riempito il mio corpo; ho provato la sensazione che il mio stomaco si fosse improvvisamente alleggerito (per la fisica quantistica l’energia congesta della rabbia ha un preciso  peso). Penso che molti lettori avranno sentito dire: “Mi sono tolto un peso dallo stomaco!”

Da allora non mi è più capitato di pensare in maniera spontanea a questo P.M. e le rare volte che ho sentito parlare di lui sono sempre rimasto indifferente (fin quando una persona ogni tanto pensa alla persona “cattiva” o, ogni tanto pensa all’episodio che gli ha causato rabbia non ha realmente perdonato l’accaduto).

Nel momento che scrivo ho perdonato tutto di me stesso (gli errori del passato) e ho perdonato tutte le persone che mi hanno causato sofferenza.

Ora sono in pace con me stesso e con gli altri.

IL PERDONO

Il perdono cancella del tutto l’istinto della rivalsa e della vendetta che si nutre verso chi è stato causa di sofferenza. Con questo atto si elimina l’energia congesta della rabbia, del risentimento e del  rancore che si è accumulata nel corpo; è per questo motivo che chi vuole godere di ottima salute deve saper perdonare.

La tecnica di visualizzazione, sopra riportata, indica di perdonare chi ci ha fatto soffrire di più; se si riesce a perdonare lui è poi facilissimo perdonare anche coloro che ci hanno causato dei torti minori.

Molte persone pensano che perdonare voglia dire fare pace con il nemico. NON E’ VERO! Perdonare vuole solo dire avere la pace dentro di se’ perché ora il tuo umore, il tuo stato d’animo non dipende più da chi precedentemente odiavi. Quando si fa la pace con il nemico ricreando con lui le stesse identiche situazioni di prima abbiamo moltissime possibilità di ricevere altri torti.

Vale il detto: il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Siccome questo è un argomento molto delicato da affrontare, anche perché quello che dirò dopo susciterà in molti lettori aspre contestazioni, cerco di spiegarmi meglio facendo degli esempi.

La prima volta nella vita che un individuo è tentato dal rubare per compiere il furto deve azzittire la sua coscienza (la parte buona dentro di noi) che cerca di dissuaderlo. Dopo aver commesso questa azione illecita la coscienza interviene ancora attraverso il rimorso; a questo punto o l’individuo si pente e restituisce ciò che ha rubato (se ciò accade è giusto perdonarlo ricreando le stesse situazioni) o egli annulla anche il rimorso per quello che ha fatto di spregevole. Nella seconda ipotesi il ladro (oramai possiamo chiamarlo così) non ha più remore dal rubare di nuovo perché ha messo a tacere la sua coscienza.

Secondo la mia opinione la persona che ha ricevuto il furto deve denunciare l’autore (che non si è pentito restituendo ciò che ha rubato) agli organi di sicurezza. In tal modo si contribuisce ad evitare che altre persone siano danneggiate dal ladro.

Nel caso in cui l’autore del crimine sia un proprio dipendente, il dirigente, oltre alla denuncia, deve anche provvedere al suo licenziamento.

Qualche lettore contesterà: “Ma non bisognava perdonare? Non bisogna essere più buoni?”

Ribadisco: il perdono è solo eliminare la rabbia ed il rancore per il torto subito. La persona saggia, però, non ricrea le condizioni affinché il ladro possa rubargli ancora.

Essere buoni non vuol dire essere fessi!

Per amarsi di più, per migliorare la propria autostima bisogna anche imparare a tutelarsi dall’accadimento di cose sgradevoli. Come puoi dire di volerti bene se permetti a qualcuno di farti del male?

Con il perdono si annulla l’istinto della vendetta. Mi hai fatto del male? Peggio per te! Io provo solo compassione per te perché tu ignori che tutte le azioni che si compiono hanno delle conseguenze:  il bene attira il bene ed il male attira il male. Per la legge perfetta del karma il male che viene fatto agli altri ritorna in maniera più potente su chi lo compie. Chi di spada ferisce di spada perisce.

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